Storia e Territorio



"Valtrompia è un'altra valle di Bresciano, posta tra mezo Valcamonega et Val de Sabbio; è di longhezza venticinque miglia in circa et termina verso settentrione con Val de Sabbio. Il sito di questa valle è molto ristretto, talmente che ha pochissimi terreni culti onde non si cava grano che sia per il viver più che di mesi doi dell'anno agli habitanti in essa et similmente sono pochissimi vini
(…). Discorre per Valtrompia il fiume Mella (…), et ci sono otto forni da ferro distintamente posti et intorno quaranta fucine ove si fa et lavora ferro azzale et ferro d'ogni sorte, diversamente chi una cosa, chi l'altra."


P. Correr, 1562

La Valle Trompia è la più piccola delle tre valli bresciane che costituiscono il territorio montano della Provincia di Brescia.
Di andamento nord-est sud-ovest e solcata dalle acque del fiume Mella, essa si snoda per cinquanta chilometri circa, dal Goletto del Maniva (m. 1662 s.l.m.) a Concesio (m. 195 s.l.m.) e si incunea tra la Val Sabbia ad est, il Sebino e la Val Camonica ad ovest.
Il suo paesaggio è assai vario e dinamico: dai 150 metri di quota, si giunge ai 2215 del Monte Colombine; il suo ampio bacino si restringe progressivamente e, presso l'abitato di Brozzo, assume le caratteristiche di una valle montana ed angusta. Soltanto la parte meridionale del suo territorio, oggi un'unica conurbazione senza soluzione di continuità, ha conosciuto la pratica dell'agricoltura e, soprattutto, della frutticoltura; percorrendo la media ed alta valle, si incontrano i boschi cedui e dunque di alto fusto, vasti pascoli, prati permanenti e le cime più elevate.
La vicinanza alla città di Brescia facilitò nei secoli il reciproco legame storico, economico e culturale; la presenza delle convalli e di valichi facilmente superabili ne fecero il tramite commerciale e culturale con altri territori.
L'esistenza nell'alta valle di numerose miniere di ferro permise all'estrazione ed alla lavorazione del minerale e, quindi, alla produzione di manufatti, soprattutto nel settore armiero, di divenire nei secoli le più importanti attività locali, che raggiunsero la loro fase più prospera e fiorente durante il dominio della Repubblica Veneta (1426-1797).
L'attività siderurgica continuò e ricevette nuovi impulsi durante l'industrializzazione, grazie alla disponibilità di capitali ed all'introduzione di innovazioni tecnologiche da parte di facoltosi imprenditori, come Francesco Glisenti di Villa Carcina e, in seguito, Pietro Beretta di Gardone, titolare della nota fabbrica di armi.
Le miniere, i forni fusori e le fucine della Valle Trompia hanno per secoli rappresentato la fonte di lavoro e sostentamento per la maggior parte della popolazione locale. Con la loro presenza, essi testimoniano un frammento importante della storia di questo territorio; una storia rimasta muta e silente, fino alla recente decisione di intraprenderne il cammino della conservazione e valorizzazione. Stimolati anche dalle ricerche di studiosi ed appassionati e sollecitati dalla stessa popolazione valtrumplina, gli enti locali, attraverso il Sistema Museale di Valle Trompia ed il Parco Minerario dell'Alta Valle, hanno incoraggiato il recupero di quell'ingente patrimonio storico e culturale, preservandolo così dall'abbandono e dal degrado e favorendo il rinnovamento di memorie ed identità collettive.