Sedi Museali


Per un Sistema Museale della Valle Sabbia

Il territorio della Valle Sabbia, ricco di storia e di notevoli rilevanze ambientali, architettoniche, di cultura materiale ed artistiche, potrebbe diventare oggetto di un Sistema Museale. Questo è l'intento di amministratori, assessori e studiosi locali, che hanno individuato nella realizzazione della "Carta del territorio della Valle Sabbia", il censimento dell'intero patrimonio valsabbino, il primo passo di un lungo cammino.
La volontà di operare per la realizzazione del Sistema nasce dalla convinzione che il territorio non sia solo consistenza fisica, ma il risultato di millenni di presenza dell'uomo che ne ha modificato la conformazione, arricchendolo di testimonianze storiche e di civiltà. Si tratta di lavorare in modo coordinato nella prospettiva dell'integrazione delle risorse culturali ed ambientali diffuse sul territorio, in collaborazione con gli Enti della Comunità Montana, della Provincia, Regione e con le Soprintendenze statali.
Caratteristica essenziale del Sistema Museale di Valle Sabbia sarebbe la dimensione territoriale, e quindi il fatto di prendere in considerazione e promuovere non solo poli museali, ma anche percorsi e itinerari tematici o pluritematici, senza tracciare gerarchie tra beni naturalistico-ambientali, di archeologia artigianale ed industriale, etnografici ed artistici. Altrettanto importante è la convinzione che il suo scopo non sarebbe tanto quello di tutelare collezioni e sollecitare atteggiamenti di contemplazione delle testimonianze del passato, quanto piuttosto di metterne in luce i significati attuali e di favorire tutte le esperienze tese ad una gestione attiva e partecipata del patrimonio che la storia e l'ambiente della valle rappresentano.
Nel territorio della Comunità Montana sono già attivi tre musei: a Gavardo, il Museo archeologico della Valle Sabbia (paleontologia, preistoria, archeologia romana, medioevale, produzione scientifica di qualità); a Pertica Bassa il Museo della Resistenza e del Folklore valsabbino, dove, accanto ad una raccolta di testimonianze materiali della civiltà contadina locale, sono conseravti documenti della Resistenza che richiamano le radici della Repubblica; a Capovalle, il Museo dei reperti storici e bellici del Monte Stino, che riporta alle dolorose vicende della due Guerre mondiali.
Un centro operativo per un'attiva programmazione coordinata potrebbe essere collocato in un edificio storico della media valle, quale raccordo snello e diversificato dell'attività culturale del Sistema.
Qui di seguito, si riportano i poli museali di possibile realizzazione per un Itinerario del Ferro della Valle Sabbia, collegato, attraverso il Centro di Documentazione per la Storia e l'Arte del Ferro, con quello già avviato della Valle Trompia e con il Sistema Museale dell'Industria e del Lavoro di Brescia.

Per informazioni: Comunità Montana di Valle Sabbia, Via Belprato - Nozza di Vestone (Bs). Tel. 0365/81138
Info@cm-vallesabbia.it
www.cmvs.it


Museo del Ferro di Odolo

L'Amministrazione comunale di Odolo ha ricevuto in donazione da un imprenditore siderurgico locale, il sig. Dario Leali, una delle uniche due fucine per la lavorazione degli utensili metallici ancora presenti sul territorio, situate in Via d'Azeglio.
Tale donazione risulta subordinata all'impegno da parte del Comune di trasformare l'immobile entro il 2004 in "Museo delle tradizioni e delle tecniche attinenti alla lavorazione del ferro".
Il progetto di recupero a fini museali dell' antica fucina risponde alla necessità di restituire uno spazio di grande valenza storica e di cultura materiale, che possa illustrare le tecniche tradizionali per la lavorazione per la lavorazione degli utensili in ferro.
L'edificio è posto all'interno del centro storico e risulta servito da un canale idraulico di derivazione del torrente Vrenda. Il fabbricato è costituito da un corpo di fabbrica doppio su due livelli e da una piccola porzione annessa sul fronte principale.
Dal punto di vista costruttivo, la struttura risulta molto semplice ed impostata solo in funzione della produzione e dei processi di lavoro. La scelta compositiva è stata pertanto molto sobria ed è certamente frutto di una consolidata tradizione costruttiva, probabilmente ascrivibile al XV secolo.
Le pareti principali sono di pietra e cocci, con malta a base di calce con rari inserti in mattoni. La copertura è a capanna, in legno con manto di coppi, di recente rifacimento.
Sono presenti tutte le attrezzature per le antiche lavorazioni, nonché i meccanismi per il funzionamento e lo sfruttamento dell'energia idraulica.
Con il recupero funzionale delle sale, attuato tramite restauro delle finiture e l'integrazione delle dotazioni tecnologiche, si renderà possibile il percorso museale che, dalle fasi e dai luoghi della cernita dei materiali e dei semilavorati, attraverso la lavorazione a caldo e a freddo fino allo stoccaggio degli utensili prodotti, opportunamente corredato di documentazione didascalica, permetterà di mostrare i processi produttivi.
Sono previste altresì opportune postazioni informatiche per una facile consultazione del Centro di Documentazione per la Storia e l'Arte del Ferro.
A Odolo, inoltre, è ancora possibile assistere alla lavorazione artigianale del ferro, svolta da alcuni maestri dell'arte fabbrile che lavorano presso l'antica fucina di Via Ere. Essa è dotata di due magli ad acqua, insieme a tre magli a corrente, di due forni elettrici e di bilanceri che imprimono al ferro la sagoma definitiva. Il signor Renato Zola ed il genero, signor Giorgio Dusina, aiutati da altri due operai, perpetuano la tradizionale attività odolese, fabbricando oggetti in ferro battuto per l'arredamento di esterni.

Per informazioni: Comune di Odolo, Via IV Novembre, 2 - 25076 Odolo (Bs). Tel. 0365/826321
Info@cmvs.it
www.cmvs.it/odolo.html

Gli antichi opifici di Casto

La roggia Cornella, che derivava le acque dal torrente Nozza, alimentava le fucine Zanetti, Passerini ed Uberti, per poi raggiungere nel Comune di Malpaga la fucina Moia, esistente fin dal XVI secolo, e la fucina Pelosi, già Lucchini, specializzata nella realizzazione di attrezzi agricoli.
In località Moia di Casto, proprio di fronte alla banca, infossati sotto il livello della strada e nascosti ai più, resistono i resti dell'ultima fucina rimasta a Casto e nell'intero Savallese.
Nel 1983, il ricercatore universitario S. Onger scriveva: "Questa è l'unica officina funzionante nella zona di Casto tra quelle censite nel Catasto del 1811", quando era di proprietà della famiglia Zanetti. Ora le condizioni dell'opificio sono piuttosto precarie, ma l'Amministrazione comunale intende acquisire l'immobile dall'attuale proprietario, per iniziarne il cammino della conservazione e valorizzazione.
Risalendo il paese fino alla piazza A. Passerini, si incontra un altro importante esempio di archeologia artigianale: è l'antico mulino, l'unico della valle, ancora oggi funzionante il sabato e la domenica. Fabio e Marcello perpetuano l'antica tradizione del mugnaio "Tone de Molener", nato nel 1907. L'Amministrazione comunale intende sottoscrivere una convenzione da studiare con i proprietari, per poter rendere conservare e rendere visitabile il mulino, soprattutto alle scolaresche.
Nella Valle Duppo, che sovrasta l'abitato di Alone, sono ancora visibili i resti delle antiche "calchere", gli impianti per la fabbricazione della calce, che potrebbero essere salvaguardate e recuperate.
Dalla fucina Zanetti al vecchio mulino ed alle "calchere", potrebbe nascere un "percorso della cultura materiale" che possa documentare le attività tradizionali del Savallese.

Per informazioni: Comune di Casto, Via Solferino - 25070 Casto (Bs) - Tel. 0365/88122
www.itaka.net/BS/Casto


Il forno fusorio di Livemmo

L'antico forno fusorio di Livemmo è situato tra i Comuni di Mura e Pertica Alta. La strada per raggiungerlo è quella che dall'abitato di Livemmo porta al laghetto di Bongi. Portandosi al lato sud del paese, si imbocca un'evidente stradina sterrata che collega le numerose cascine della zona e porta verso il fondovalle.
Lasciando la stradina, si imbocca un sentiero per seguire il corso del torrente Tovere. Alla sinistra del sentiero, si nota un ampio spazio pianeggiante, dove sorgeva l'antico forno da ferro. Di esso sono ancora visibili alcuni resti materiali: quelli dei "carbonili" addossati alla montagna, per il deposito del carbone di legna, numerosi archi in pietra, grotte e cunicoli scavati nel terreno.
L'opificio fu probabilmente edificato attorno al 1300, quando, come ipotizza lo storico locale A. Bonomi, a causa di un devastante terremoto, la famiglia Alberghini dovette abbandonare il duecentesco forno di Fusio per costruirne uno nuovo proprio lungo il Tovere.
Tra i comproprietari, come risulta dagli studi del ricercatore vestonese G. Marchesi, vi erano le famiglie Turrini, Crescini, Caggioli, Vivenzi e Piccini. Uno dei comproprietari del forno, che cessò la sua attività nel 1848, negli anni Cinquanta era già gerente dell'altoforno di Tavernole in Valle Trompia e residente nel Comune triumplino di Cimmo. Questa testimonianza documenta come le grandi professionalità si spostassero di valle in valle e come le due realtà fusorie fossero strettamente legate.
Le Amministrazioni comunali di Mura e Pertica Alta ritengono che un'azione congiunta possa facilitare l'acquisto dell'area in questione e la realizzazione di uno studio dell'intervento idoneo alla valorizzazione del sito. La valenza della proposta è confortata dagli studi di studiosi di storia dell'economia e della cultura materiale locale. Il forno di Livemmo verrebbe integrato in un percorso paesaggistico costituito da un sentiero dotato di aree attrezzate e segnaletica, collegato, attraverso Mura e la strada che porta al laghetto di Bongi, alla fucina di Casto. Risalendo verso Livemmo, sarebbe agevole raggiungere la Pertica Bassa, dove Forno d'Ono e Levrange mostrano ancora segni dell'antico Itinerario del Ferro valsabbino, per poi ridiscendere a Vestone, punto di partenza e anche d'arrivo.

Per informazioni: Comune di Pertica Alta, Via Livemmo, 2 - 25070 Pertica Alta (Bs). Tel. 0365/821597.
www.itaka.net/BS/Pertica_Alta/home.html

Comune di Mura, p.zza Paolo VI, 1 - 25070 Mura (Bs). Tel. 0365/ 899020
www.itaka.net/BS/Mura