Sedi Museali


 

Il Museo del Ferro di San Bartolomeo costituisce il primo polo didattico-museale del Museo dell'Industria e del Lavoro.
Per trasmetterne la ricchezza e l'articolazione, gli allestitori sono ricorsi ad una molteplicità di "voci" e di adeguati supporti di comunicazione. Si è trattato di prefigurare l'organizzazione di spazi in cui opere e pubblico possano essere partecipi di una significativa "messa in scena" museografica, in cui il museo sia non più luogo della contemplazione, ma della "rappresentazione-azione".
Il percorso museale, superato lo spazio della reception, inizia dalla Sala delle Mole, le grosse pietre circolari adibite alla molatura, di cui si illustrano funzioni e caratteristiche, per proseguire in una Sala di mostre temporanee e quindi, direttamente, nella Sala dell'antico Comune di San Bartolomeo. Argomento di questa sala è la storia del luogo in tutti i suoi aspetti: evoluzione demografica, sociale, culturale e religiosa, la vicenda politico-amministrativa e, in particolare, economica, con riferimento agli insediamenti produttivi e in generale alla vocazione industriale del borgo.
Il percorso continua nella Sala delle Macchine idrauliche, considerate in questa sala sotto il profilo tecnologico. L'elementarità del congegno e la sua versatilità sono messe in luce da alcuni modelli rappresentanti la macchina che azionava le macine del mulino, le lame della segheria, i pestelli del follo da carta, i mantici del forno da ferro e, naturalmente, il maglio della fucina.
La parete che divide la sala dal locale del maglio sarà riservata all'illustrazione della vicenda di questa fucina, al tipo di produzioni che essa svolse e all'identità del fabbro che vi lavorò negli ultimi anni.
La visita guidata e in piccoli gruppi al locale del maglio permette il contatto ravvicinato con la macchina e con gli altri attrezzi della fucina.
Il Museo del Ferro di San Bartolomeo è la porta d'accesso agli antichi opifici da ferro recuperati in Provincia, a partire dall'Itinerario del Ferro del Sistema Museale della Valle Trompia e dal Parco Minerario dell'Alta Valle; è il punto di raccordo tra le valli montane e il Museo dell'Industria e del Lavoro cittadino; è luogo di accesso al Centro di Documentazione per la Storia e l'Arte del Ferro.
Il Comitato scientifico, sulla scorta di analoghe esperienze museografiche, ha compreso l'importanza della relazione tra Museo e scuola, che può instaurare un rapporto reciprocamente proficuo. Due operatrici qualificate nella didattica della cultura materiale rivolgono, a partire dall'anno scolastico 2001-2001, le visite al Museo del Ferro e al suo contesto ambientale ed architettonico, seguite da un laboratorio didattico, svolto in un'apposita aula del Museo.
La fascia di utenza scolastica a cui ci si rivolge è quella della Scuola dell'obbligo, prevedendo una differenziazione delle proposte a secondo dell'età degli studenti (e non escludendo comunque quelli della Scuola media superiore, per i quali anche il Centro di Documentazione per la Storia e l'Arte del Ferro rappresenta un motivo di visita).
Il quadro entro il quale le attività si collocano è quello definito dalla didattica della storia, a partire dalla sua dimensione locale, e quindi più facilmente percepibile, e dallo sforzo di praticare un campo di conoscenza nel quale si evidenzi la permeabilità fra le due culture, storico-umanistica e tecnico-scientifica.

 

Per informazioni: Fondazione Civiltà Bresciana, Vc. San Giuseppe, 5 - 25123 Brescia. Tel 030/3757267.
info@civilta-bresciana.it
www.civilta-bresciana.it

 


Il Museo dell'Industria e del Lavoro di Brescia


Il Museo dell'Industria e del Lavoro di Brescia è nato dalla collaborazione di due tra le più autorevoli istituzioni culturali cittadine, le Fondazioni Civiltà Bresciana e Luigi Micheletti.
La realizzazione del progetto museografico si fonda su alcune importanti premesse, che consentono di prefigurare in modo realistico un "sistema", articolato su un centro museale insediato a Brescia, all'interno dell'area industriale ex-Tempini, e su poli museali dislocati sul territorio, detti "antenne", ognuno dei quali dotato di una propria specificità. Una struttura policentrica, diffusa sul territorio, di cui è auspicabile un ampliamento in sede locale e regionale, consente molteplici vantaggi sia dal lato dell'offerta culturale che dei costi di gestione.
Agli inizi del 1998, su impulso dell'Assessorato all'Urbanistica del Comune di Brescia, si è costituito il gruppo di lavoro a cui si deve il progetto preliminare e, nello stesso anno, le due Fondazioni cittadine hanno partecipato paritariamente alla gestione amministrativa e scientifica dell'Associazione "Museo dell'Industria e del Lavoro".
Date per acquisite le finalità comuni a tutti gli istituti museali, in ordine alla conservazione, alla didattica ed alla ricerca scientifica, la missione specifica del nuovo museo della società industriale di Brescia è riassumibile nei seguenti obiettivi, che si articolano parallelamente nella dimensione locale ed in quella nazionale: impiegare il patrimonio di macchine, oggetti, documenti e conoscenze del museo per una presentazione dei momenti fondamentali della storia del Novecento italiano; documentare e comunicare il patrimonio archeologico industriale lombardo e nazionale; costituire un centro specializzato sulla museografia del patrimonio industriale a livello europeo, anche sulla base dell'attività svolta annualmente con il programma della "Micheletti Award", in seno allo "European Museum Forum"; conservare la memoria dell'industrializzazione, raccogliendone ed organizzandone le fonti documentarie; studiare la storia dell'industria dalle origini al tempo presente; sviluppare un'attività di formazione ed aggiornamento nel campo della cultura industriale, storica e tecnico-scientifica; interpretare e comunicare la nascita e lo sviluppo della società industriale a Brescia, in Lombardia e in Italia; costruire uno strumento di definizione dell'identità locale e territoriale.
Il museo si propone inoltre di: fornire all'industria, a partire da quella locale, una sede permanente e qualificata di promozione dell'innovazione tecnologica; instaurare con la scuola un rapporto continuativo, mettendo a disposizione nuove fonti e conoscenze; sviluppare la diffusione della cultura industriale, tecnica e storico-scientifica; offrire alla comunità urbana ed al territorio circostante un complesso di servizi, in ordine allo studio, alla documentazione ed all'eventuale conservazione dei reperti prodotti dalla civiltà industriale nel passato; erogare servizi relativamente alle azioni di comunicazione e promozione di questo patrimonio, incentivando lo sviluppo del "turismo industriale".
L'ex-Metallurgica Tempini è stata una delle fabbriche più importanti del polo industriale sorto tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, a sua volta nucleo iniziale e principale dell'industrializzazione bresciana. I suoi edifici, di sicuro rilievo storico e non privi di qualche interesse architettonico, sono indubbiamente bisognosi di restauro, ma in buone condizioni strutturali e funzionali al progetto.
Queste motivazioni, unite alla collocazione del sito rispetto alla città, alle vie di comunicazione, alla stazione ferroviaria, ma soprattutto in rapporto alla strategia di riqualificazione urbana connessa alla riscrittura del "Comparto Milano" (il polo produttivo storico della città), hanno indotto a scegliere l'area come sede centrale del Museo dell'Industria e del Lavoro.
Il "laboratorio di archeologia industriale" e la "galleria delle macchine" costituiranno il centro vitale del museo, il luogo dell'elaborazione delle proposte, il motore del programma del sistema museale, la fonte delle sue future articolazioni e dei suoi mutamenti.
Sulla base della documentazione raccolta ed informatizzata, sarà possibile realizzare un "museo virtuale" dell'industria italiana, articolato in: percorsi nel paesaggio industriale italiano; la banca dati dei monumenti industriali; i percorsi nelle collezioni del patrimonio storico-industriale; i percorsi nelle fabbriche aperte; la banca dati dell'immagine dell'industria italiana.
La funzione vitalizzante di una forte presenza culturale cittadina sarà potenziata se, accanto al Museo dell'Industria e del Lavoro, sarà collocata una biblioteca moderna, attenta, per impostazione, scelte e strumentazione, alla domanda giovanile e, più in generale, al crescente bisogno di formazione continua derivante dalla svolta cognitiva del nuovo modo di produrre.
Il quartiere bresciano di San Bartolomeo ed il Museo del Ferro, la nuova sede della Fiera di Brescia, Cedegolo e Montichiari ospiteranno i primi quattro poli museali diffusi sul territorio, ognuno con una propria specificità.

Per informazioni:
Associazione "Museo dell'Industria e del Lavoro" c/o Fondazione Luigi Micheletti, Via Cairoli, 9 - 25123 Brescia - Tel. 030/48578
micheletti@quipo.it
www.fondazione-micheletti.quipo.it