E longa 25 miglia, larga circa 15, circondata da monti alti et colli parte sterili et partim fruttuosi per il più di legni et ceradei, et altre atte a far carbone (
), confina detta valle di Sabio a mattina con la Riviera di Salò, mediante il Lago de Idro, che bagna le rive della terra à punto dIdro di detta Riviera, à monte con li signori Conti di Lodrone et con la terra di Bagolino et Ampho, (
) a sera poi confina con Valcamonica essendo le montagne di Bagolino et di Valcamonica in gran parte confinanti et con Valtrompia il Commun de Coi, Boven, Marmentin, Lodrin et Lavon et Le Mesane, terra delli Signori Conti Avogadri (
). A mezo di la quadra di Navi et di Gavardo, cioè con li Communi di Caino, quadra de Navi et Commun de Valio. (
) Passa per mezo la Valle il fiume Chies, nasce dal Lago dIdro et scorre per il territorio bresciano et finisse a Canetto sul Mantovano.
G. da Lezze, 1609
La Valle Sabbia, situata a nord della Provincia di Brescia, si estende per circa 447 kmq e confina ad ovest con la valle Trompia, a nord con il Trentino e ad est con il Lago di Garda. Si snoda da Gavardo (200 metri s.l.m.) a Ponte Caffaro (385 metri s.l.m.) ed è solcata dalle acque del fiume Chiese che delinea lasse principale della valle, da cui si sventagliano numerose convalli verso la Valle Trompia e la zona gardesana, altrettanto attraversate da torrenti. Dal Pian dOneda, al confine col Trentino, si stacca la valle del Caffaro, racchiusa tra vette che raggiungono i 2500 e i 3000 metri daltitudine, come quelli del Cornone di Blumone a nord e del Monte Bruffione ad est. Laddove il torrente Caffaro attraversa la piana alluvionale dOneda per confluire nel Chiese, si forma il Lago dIdro, anticamente denominato Eridio (da Edrani, gli antichi abitatori delle sue rive).
La presenza di risorse naturali quali folte selve di ceduo per la produzione del carbone di legna, di abbondanti acque del fiume Chiese e dei suoi torrenti, unita allintraprendenza e laboriosità delle genti locali, permise alla secolare fusione e lavorazione del ferro di divenire tra le principali attività economiche locali.
Le comunità valsabbine, secondo un fenomeno diffuso in gran parte dellarco alpino, seppero organizzarsi sin da tempi remoti in articolate amministrazioni comunitarie, dette vicinie, evidente espressione di una società dinamica e complessa, decisa a liberarsi dallautorità feudale e ad auto-amministrare i propri territori ed i propri beni, quali pascoli, boschi ed acque fluviali.
Nel secolo XVII, a causa delle gravi imposizioni fiscali di Venezia, lindustria del ferro cominciò a manifestare i primi segni di una crisi che culminerà nei primi anni dellOttocento. Il disagio economico indusse numerosi maestri a cercare altrove migliori fortune: a Milano, in Romagna, Toscana ed Abruzzo, in Carinzia. La Repubblica tentò di arginare lesodo con leggi severe che contemplavano il bando, la confisca dei beni, la pena capitale. Alcuni docimastri furono trattenuti in valle dallamor dellarte del ferro, la cui lavorazione si tramandò di generazione in generazione.
NellOttocento, lindustria del ferro conobbe un progressivo, inesorabile decadimento, profondamente segnata comera dalla mancanza di un adeguamento tecnologico, dalla scarsità di carbone di legna, importato per la maggior parte dal Trentino, dallo stato di abbandono in cui si trovavano le vie di comunicazione intervallive e frenata dalla disattenzione del governo austriaco: nella seconda metà del secolo, tutti i forni chiusero e quasi tutte le fucine diventarono inattive.
Verso la fine del secolo, la nuova siderurgia trovò in Val Sabbia uno sviluppo di considerevole importanza economica. Il nuovo processo di industrializzazione richiamò in valle nuove energie, capitali e risorse tecnologiche, risorgendo dalle ceneri della passata decadenza ed assumendo rilevanza qualitativa e quantitativa. Solo nella seconda metà del XX secolo, quando lattività siderurgica tornò a caratterizzare la realtà manifatturiera locale, la valle riuscì a riconquistare una posizione economica rilevante non solo in ambito provinciale. Nel corso degli anni cinquanta dl Novecento, la produzione del tondino consentì al distretto valsabbino di essere nuovamente annoverato tra i maggiori poli siderurgici europei. Il polo siderurgico di Odolo e Vobarno, sede della Falck, conobbero un forte sviluppo industriale, perpetuando fino ai giorni nostri latavica esperienza lavorativa locale.